Vincitrice per la categoria liquirifici-distillerie agli ultimi Italy Food Awards, la Nannoni Grappe si racconta attraverso Priscilla Occhipinti
«Come mi sono appassionata alla distillazione? Semplice: questo è un mondo molto particolare, fatto di profumi, di cui mi sono immediatamente innamorata e spero di trasmettere questo sentimento a mio figlio di sei anni. Ma nel 1997, quando a 19 anni ho fatto la mia prima campagna di distillazione, non è stato facile portare avanti una realtà importante come quella avviata da Gioacchino Nannoni. Poi grazie a tanto impegno e a un pizzico di fortuna tutto è andato bene». Da quel 1997 a cui faceva riferimento Priscilla Occhipinti, di acqua sotti i ponti ne è passata tanta, così come di litri di grappa distillati dalla Nannoni Grappe di cui è titolare. Parliamo di un’azienda del grossetano, leader nel settore a livello nazionale. Tanto da aggiudicarsi il premio per la categoria liquirifici-distillerie agli ultimi Italy Food Awards. «Un riconoscimento che ho apprezzato particolarmente. Ho avuto il privilegio di essere più volte insignita (198 oro e doppio oro a livello internazionale vinte dal 2011 ad oggi, nda), ma questo premio ha un valore speciale – racconta Priscilla – Perché? Perché non è arrivato per un’iniziativa o un prodotto in particolare, quanto per la filosofia e la qualità della nostra impresa. E questo mi dà grande soddisfazione».
IL SEGRETO DI UNA GRAPPA DI SUCCESSO
Come grande soddisfazione le ha dato finora la sua scalata. Una scalata partita da lontano e nonostante certi cliché sull’immagine delle donne imprenditrici nel campo della vinificazione. «In passato venivano adoperati macchinari pesanti e non propriamente adatti alle donne. Poi però lo sviluppo della tecnologia ha consentito di alleggerire il lavoro. E’ vero però che, per quanto concerne la produzione, il numero delle figure femminili non è ancora così esteso». Piano piano sta anche cambiando la visione dei prodotti alcolici verso l’esterno e verso soprattutto chi è meno addentro a certe dinamiche. «La cultura del buon bere adesso sta prendendo sempre più campo, è ormai un concetto sempre più affermato. Così come è assodata la nostra voglia di promuovere la Maremma – continua Priscilla – attraverso i prodotti del territorio: fino a che è possibile, cerco di utilizzare le piante della zona. La grappa? Per parlare di una grappa di qualità, bisogna necessariamente parlare anche di vinaccia fresca e di distillazione artigianale, altrimenti avrà solo un cattivo odore e un gusto pessimo. Quando distillo, il mio obiettivo è quello di far sentire i profumi del territorio, dare a chi degusta le emozioni che si hanno attraversando le pianure della Maremma, le crete del Senese, le colline fiorentine».
LA STORIA DELL’AZIENDA
Nannoni Grappe è nata nel 1973 su iniziativa di Gioacchino Nannoni, che ha trasformato una vecchia casa padronale in mezzo alla campagna maremmana nella distilleria che ha dato i natali alla Grappa di Brunello. Nannoni è stato il primo – secondo Priscilla Occhipinti – a credere nelle potenzialità del territorio maremmani, insieme a pochi altri “vignaioli” che negli anni Settanta si sono “rimboccati le maniche” e hanno dato vita ad aziende oggi conosciute e apprezzate in tutto il mondo. «Quando è stata creta la nostra impresa, in Toscana non c’era la cultura della distillazione, le vinacce venivano per lo più buttate nel pollaio e la maggior parte della grappa prodotta nella regione era destinata alla vendita sfusa verso il Nord Italia. Noi non abbiamo mai fatto “distillazione di smaltimento”, non abbiamo mai voluto i contributi alla distillazione concessi per questo tipo di produzione ma abbiamo da sempre scelto solo le partite migliori di vinaccia, per fare grappa artigianale di qualità – sottolinea Priscilla – Per questo posso affermare con affetto ed orgoglio, che è stato il mio maestro Nannoni a dare valore alle vinacce ed alla grappa in Toscana». Nel 2017, Nannoni Grappe ha deciso di costruire un nuovo impianto dedicato alla produzione e distillazione del gin. Oltre a questo, negli ultimi anni l’azienda ha iniziato a produrre con grande successo anche whisky, brandy, distillati di acquavite di idromele e di frutta.
Onesto praticante e attento osservatore del mondo della pallacanestro, è laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna. Giornalista pubblicista dall’aprile 2019, collabora con Bisenziosette, Quotidiano Nazionale e Nazione. Redattore di Pistoia Sport.