Quando sostenibilità e innovazione vanno a braccetto: il caso di Riso iFerrari

Andiamo alla scoperta dell’azienda premiata agli ultimi Italy Food Awards con la Menzione Speciale nella Categoria Aziende Risicole 

La storia di “Riso iFerrari” affonda le sue radici nell’esperienza e nella tenacia contadina di Angelo Mario Ferrari, da più di 50 anni risicoltore pluripremiato come produttore di riso da seme certificato coltivato in Sardegna. Oggi l’azienda di Cabras Oristano porta avanti la sua tradizione con integrità, rispettando la natura e l’ambiente attraverso la sperimentazione e la ricerca come ispirazione costante nel suo progetto sostenibile per assicurare ai consumatori la qualità che meritano. Il territorio circostante, per Riso iFerrari, ha sempre rappresentato un elemento di valore e una ricchezza da salvaguardare attraverso l’utilizzo responsabile di tutte le risorse e la tutela degli ecosistemi di cui le risaie rappresentano una grande realtà di biodiversità. Per questo motivo, l’azienda dell’Isola ha ricercato nuove tecniche d’avanguardia per un’agricoltura sostenibile che migliorasse ogni fase del ciclo produttivo e al tempo stesso fosse di giovamento all’abbattimento dell’inquinamento ambientale.

«A livello pratico, abbiamo ottenuto la certificazione agroalimentare di Sistema Di Qualità Nazionale Produzione Integrata – racconta Carlo Ferrari, direttore commerciale di Riso iFerrari – L’agricoltura integrata è un sistema di produzione che si attua rispettando le norme tecniche previste dal SQNPI (operativo dal 2016 a livello Comunitario, nda), che disciplina la produzione nell’ottica di un minor impatto verso l’uomo e l’ambiente. Abbiamo quindi adeguato il sistema produttivo con tecniche compatibili con la tutela dell’ambiente. Grazie all’impianto fotovoltaico che ricopre i tetti dei capannoni aziendali dal 2012,  produciamo in totale autonomia l’energia necessaria a tutto il processo produttivo. Alla riduzione del consumo d’energia elettrica abbiamo aggiunto quello delle risorse idriche (attraverso l’utilizzo dell’agricoltura digitale di precisione, nda), decisivo quando si parla di risicoltura. Il primo approccio all’agricoltura di precisione – continua Carlo Ferrari – è avvenuto nel 2020, prendendo parte all’innovativo piano di lavoro nato all’interno di Maristanis, il progetto di conservazione e sviluppo sostenibile che la fondazione MEDSEA porta avanti dal 2017 nelle zone umide che cingono il golfo di Oristano».

Nei campi che ospitano aironi, cavalieri d’Italia, mignattai, fenicotteri, vola anche un drone capace di rilevare l’indice di vitalità del riso, lo stress idrico, eventuali attacchi di agenti patogeni, l’umidità e la temperatura del terreno. «L’analisi attenta e dettagliata dei campi può portare fino a un risparmio idrico del 30%. Oggi l’azienda Riso iFerrari continua ad utilizzare l’agricoltura di precisione (con la collaborazione degli esperti della Smart Geo Survey, nda) come elemento fondamentale durante tutta la fase di crescita del riso. Le mappe generate dal drone – aggiunge Carlo Ferrari – vengono poi importate sui trattori di nuova generazione che, grazie al GPS (Ground Positioning System) di bordo e le concimatrici a rateo variabile effettuano dei trattamenti o delle concimazioni di precisione su dati concreti. I risparmi generati dall’utilizzo delle nuove tecnologie sono stati investiti nell’acquisto della nuova mietitrebbia 4.0 per l’agricoltura di precisione. Tra le tante innovazioni, la nuova mietitrebbia è dotata di chiavetta usb in modo da avere la mappatura del drone, l’antenna con il segnale di correzione per diminuire tutti gli sprechi durante il taglio stesso della pianta, il sensore dell’umidità, il sensore della resa e la telematica comprensiva di file transfer». 

Ma quali sono gli obiettivi che Riso iFerrari si è posta di raggiungere nel medio e nel lungo periodo a livello di rispetto dell’ambiente? «Certamente è necessario formare dipendenti e collaboratori se si vuole che sposino un progetto di lungo respiro, convincere loro, e noi stessi, che l’obiettivo non è più aumentare i quintali prodotti per ettaro, ma rendere l’azienda sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale. Gli obiettivi da raggiungere quindi sono sempre volti al risparmio idrico (in tal senso ci stiamo adoperando di sensori a terra, come ad esempio stazioni meteorologiche e sensori di umidità nel suolo per poter ottimizzare ancora di più la gestione delle risorse) e alla salvaguardia del nostro territorio, zona umida molto importante della Sardegna». Innovazione e rispetto dell’ambiente è un binomio possibile in campo agricolo? «Negli anni, uno dei segni distintivi della nostra azienda, è stato quello di perseguire il costante e continuo miglioramento della qualità dei nostri prodotti attraverso l’innovazione e la ricerca e soprattutto facendo sempre particolare attenzione al rispetto dell’ambiente. La continua ricerca e osservazione all’innovazione – conclude Carlo Ferrari – ha portato al miglioramento aziendale sotto tanti aspetti: sulla produttività, sulla qualità, oltre naturalmente alla diminuzione dei costi aziendali e alla riduzione degli impatti ambientali. Per fare un esempio pratico, chiaro e semplice, possiamo dire che l’innovazione di processo sta nell’aver modificato radicalmente in meglio anche il modo di monitorare le coltivazioni agricole: mentre prima eravamo costretti a impiegare molto tempo per controllare ogni zona del campo, ora riceviamo comodamente un report settimanale direttamente sullo smartphone grazie ai dati rilevati in volo dal drone».

LA STORIA DI RISO IFERRARI

Riso iFerrari nasce quando, dopo aver lavorato con il padre Giovanni, agricoltore bresciano arrivato in Sardegna per coltivare la terra, Angelo Mario Ferrari decide di mettersi in proprio acquistando la tenuta agricola di Pinna Manna nella Piana di Oristano, con i terreni affacciati sul Golfo, un territorio particolarmente vocato alla risicoltura grazie alle sue condizioni climatiche. «È tutto merito del clima mite, del sole e del maestrale che spazza le risaie e aiuta a tenere le piante pulite, riducendo le malattie», spiega Angelo Mario. Nel 1978 diventa co-fondatore della Cooperativa Sardo Piemontese Sementi (Sapise), leader in Italia nel settore e pluripremiata per le sementi da riso, con la quale l’Azienda iFerrari lavora tuttora proseguendo con un alto standard di qualità. Insieme ai figli Giovanni (responsabile della produzione), Daniela (responsabile della parte contabile), Marinella (responsabile della parte amministrativa), e Carlo (responsabile del settore commerciale), da circa 10 anni commercializza dei risi di alta qualità. «Abbiamo scelto di puntare per il momento sulle varietà più importanti del settore – sottolinea Carlo Ferrari – Il Riso Artemide ed Ermes sono stati brevettati dalla nostra cooperativa, nel centro di ricerca Sapise a Vercelli. Artemide è un riso nero, integrale, aromatico, profumato e ricco di antociani, antiossidanti della famiglia dei flavonoidi. Ermes è un riso rosso integrale ed aromatico, come il riso nero anch’esso ricco di antociani. Il Carnaroli, ideale per risotti, l’Apollo, l’aromatico caratterizzato dal chicco lungo e l’Arborio, un grande classico della tradizione italiana».

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