Reduce dalla vittoria agli ultimi Italy Food Awards, Bodrato Cioccolateria fonda il suo successo sull’equilibrio fra tradizione e innovazione
Quando innovazione e rispetto della tradizione non solo non si escludono a vicenda, ma vanno esattamente di pari passo. Fin da quando Fabio Bergaglio ha ereditato il testimone dal fondatore della Bodrato Cioccolateria, Luciano Bodrato, è stato così. E il premio vinto agli ultimi Italy Food Awards, il cui team tiene particolarmente a questa sinergia, è lì a testimoniarlo. L’azienda di Novi Ligure, terra dove la produzione di cioccolato d’eccellenza la fa da padrona, fonda il suo successo proprio sull’equilibrio fra la voglia del proprio titolare (assieme alla sorella Paola) di aprirsi a nuovi orizzonti, e di conseguenza a nuovi mercati, e al contempo di mantenere intatte le vecchie ricette e certe tradizioni che non possono andare disperse.
«Quando siamo subentrati a Luciano Bodrato, che all’epoca aveva 80 anni, l’azienda era un po’ ferma – racconta Bergaglio – Quello che abbiamo fatto io e mia sorella Paola è stato conservare i prodotti iconici, a partire dai boeri, che rappresentano da sempre il cavallo di battaglia di Bodrato Cioccolateria, e poi andare a ripensare alcuni dettagli della ditta, a cominciare dall’aspetto con cui si presentava al pubblico. Abbiamo cambiato il logo e il packaging dei prodotti, cercando di dare un’immagine più fresca di noi». L’evoluzione è passata anche da un miglioramento della tecnologia a disposizione. «Il trasferimento da Capriata d’Orba a Novi Ligure avvenuto nel 2014 – sottolinea il titolare di Bodrato Cioccolateria – ha portato ad un salto in avanti importante. Abbiamo voluto e vogliamo tutt’ora investire per avere sempre macchinari al passo coi tempi, così da migliorare la qualità del lavoro dei nostri dipendenti e quella dei prodotti che andiamo ad offrire al pubblico».
A proposito dei prodotti, anche questi hanno risentito del desiderio di innovamento – ma sempre nel rispetto della tradizione – di Bergaglio. «Quando abbiamo preso il posto di Luciano, prima di tutto abbiamo voluto conservare le ricette storiche di Bodrato Cioccolateria, integrandole poi con combinazioni di gusti maggiormente particolari (tavolette alle spezie, praline al Té Matcha, cremini al Sale Maldon, nda), passando così da circa 15 prodotti ad una gamma di 300. Questo per ampliare la proposta dell’azienda, destagionalizzandola. Già, perché una volta, la ditta apriva a metà settembre e chiudeva a Pasqua, quindi si lavorava sostanzialmente sei mesi. Adesso copriamo tutte le stagioni e questo ci ha consentito di attirare anche dei clienti stranieri (soprattutto da Europa, Russia, Stati Uniti e Giappone, nda) e di trasmettere il messaggio che siamo in continuo movimento, non ci fermiamo mai e ci evolviamo, ma senza dimenticare quelle che sono le nostre radici».
Come lo era alle origini, l’azienda ha conservato una delle sue peculiarità: l’attenzione ai dettagli. «Produciamo i boeri fatti a mano come faceva Bodrato, con una ciliegia selezionata, la grappa e il cioccolato – racconta Bergaglio – Poi possiamo citare le tavolette con nocciole, i gianduiotti, tutto utilizzando solo materie prime locali, come le ciliegie di Garbagna, le nocciole del Piemonte IGP, la menta di Pancalieri. Materie prime la cui scelta continua ad essere particolarmente attenta da parte nostra». E anche questo ha portato alla vittoria agli ultimi Italy Food Awards. «E’ stato un successo che ci ha inorgoglito particolarmente. E’ stata l’occasione per metterci alla prova con tantissime altre realtà e il trionfo è la dimostrazione che il lavoro va nella direzione giusta e che gli sforzi portano a dei risultati importanti».
LA STORIA DI BODRATO CIOCCOLATERIA
Bodrato Cioccolateria è nata nel 1943 su iniziativa di Luciano Bodrato. Allora, quello ubicato a Capriata d’Orba (provincia di Alessandria), era un laboratorio di cioccolata che produceva soprattutto uova di Pasqua, boeri, tavolette con nocciole. Nel 2001 l’azienda è passata di mano, venendo acquistata da Fabio Bergaglio e da sua sorella Paola. Nel 2014, c’è stato il cambio di sede, con trasferimento a Novi Ligure, in una struttura – completamente sostenibile dal punto di vista energetico grazie ai pannelli fotovoltaici – da originariamente 1.500 metri quadrati, poi diventati 2.400 metri quadrati e che fra poco saliranno fino a 3.000 metri quadrati, con la possibilità di un ulteriore, futuro ampliamento.
Onesto praticante e attento osservatore del mondo della pallacanestro, è laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna. Giornalista pubblicista dall’aprile 2019, collabora con Bisenziosette, Quotidiano Nazionale e Nazione. Redattore di Pistoia Sport.